Ricordarsi di Dio


A chi interessa ora?

Se sei qui, è perchè mi vuoi davvero bene. Non so perchè sto scrivendo queste parole qui, su questo blog dimenticato. So che ora che sono tornato non ho più niente di strano e curioso da condividere, ed è proprio questo il dannato problema. Siamo curiosi di tutto ciò che non stiamo vivendo, andiamo li con la mente, ci facciamo stuprare da qualche emozione e ce ne torniamo lenti, morti nella nostra vita qui. Non per niente le serie tv fanno un successo esagerato. Ma, perchè non decidiamo di vivere?

Lavoro

Ora si, sto lavorando, mi faccio la mia dose giornaliera di sbatti (finalmente, dopo 20 anni di vacanza), e mi rendo pian piano conto quanto sia difficile ricordarsi di Dio vivendo così. Ora capisco la necessità di crearsi delle isole felici nella propria vita, e cerco con tutto me stesso di non cadere in questo drammatico errore. Non scambiare mai una notte di vino con cento giorni d’aceto. Che senso ha vivere la propria vita solamente quando si è agli scout? O solamente quando si è nella comunità Cristiana? O quando non si è in grado di intendere e di volere, marci, schifosi su una pista da ballo per quelle due ore che il nostro fisico riesce a sopportare (che oltre che i cento giorni d’aceto paghiamo anche con grammi di neuroni)?

Proposta

Vorrei solo creare una discussione scientifica sulla fattibilità di vivere la propria vita in ogni momento, magari ridistribuendo meglio le ore di lavoro, non so! Parliamone. E’ il progetto open source che voglio proporre, se per caso, vi sentite di condividere qualche pensiero riguardo quanto ho appena scritto, per favore non esitate e scrivetemi. Un bacio.